Dragon Quest VIII – L’odissea del re maledetto


                   Titolo: Dragon Quest VIII – L’odissea del re maledetto
                   Produttore:
Square Enix
                   Piattaforma: PS2
                   Supporto: DVD x 1
                   Età consigliata: 12+
                   Distributore: Halifax
                   Genere: RPG
                   Giocatori:1
                   Audio: Inglese
                   Sottotitoli: Italiano

 


Da cosa stabiliamo la nascita di un capolavoro? Quando siamo sicuri di trovarci di fronte ad un opera d’arte videoludica? Quali sono gli aspetti che fanno si che un videogame venga annoverato tra i capolavori del genere di riferimento?
Se questi aspetti sono longevità, trama, unicità, divertimento, impegno, grafica, interesse beh allora possiamo sicuramente affermare che Dragon Quest VIII è un capolavoro tra i giochi di ruolo per PS2, all’alba dell’arrivo delle console di next gen.

  

Il mix unico di umorismo, tensione, strategia, durata e quant’altro che caratterizza il titolo della Square Enix rende questo RPG un titolo da provare assolutamente, consigliato anche ai novizi del genere ed a coloro ai quali i giochi di ruolo non vanno molto a genio.

Veniamo alle caratteristiche che rendono unico il progetto.

Il primo motivo in assoluto è Akira Toriyama. Conosciuto in tutto il mondo per il più famoso Dragon Ball, il mangaka giapponese si è dedicato anime e corpo (perdonatemi la battuta) alla realizzazione del design del gioco. Tutti i personaggi, dai protagonisti al più banale dei nemici (tra cui i fantastici slime) sono realizzati con il tratto unico che caratterizza da sempre le serie di Toriyama e con la tecnica del cel shading, che conferisce alla grafica del gioco il classico aspetto da cartone animato giapponese che siamo abituati a vedere sul piccolo schermo.

Considerate che sono presenti più di 250 nemici, tutti realizzati dall’autore nipponico uno ad uno, dai fantasiosi nomi forse eccessivamente ricalcati nella traduzione italiana.

 


Il secondo è la trama. L’entità malvagia Dholmagus ha trasformato il re in un mostro, e sua figlia in uno splendido cavallo. Il loro reame è perduto, la loro identità distrutta. Solo il nostro Eroe, protagonista della storia, è rimasto al fianco del re per aiutarli a ritrovare il malvagio e risolvere il loro mistero. Con una compagnia di amici che si forma nel prosieguo della storia, il nostro eroe attraverserà tutto il mondo fino ai suoi confini per affrontare il malvagio mago. Una storia lunga, epica, forse in alcuni tratti troppo semplice e scontata, che attraversa il mito di cavalieri, magia, mito, dimensioni parallele e naturalmente amore.

Tirata forse un po’ troppo per le lunghe verso il finale, ma comunque scorrevole e piacevolissima. Ottima anche la caratterizzazione dei personaggi. Tutti particolari, con punte di sottile umorismo e gag vitali e divertenti. Unico difetto la monotonicità della fin troppo anonima figura dell’eroe. Trascinato negli eventi dai compagni, senza proferire parola per tutta la mitica avventura, succube della simpaticissima e sismica mole di Yangus, che insieme al re risulta di gran lunga il personaggio più interessante della storia.

Il terzo è il gioco in se stesso. Non nascondo che questo è il game con il quale ho imparato ad apprezzare i giochi di ruolo. Semplice ed al tempo stesso pieno di possibilità e fattori da prendere in considerazione, il gioco incarna a pieno lo stile degli RPG della Square Enix.

  

Il gameplay si basa su un semplice gioco di ruolo a turni, dove impostare le azioni dei propri personaggi ad ogni turno ed aspettare le azioni dei nemici. Si va dagli attacchi fisici alla magia nera, alle magie curative o l’utilizzo di oggetti e abilità speciali. Un semplice schema casuale durante gli attraversamenti degli spazi aperti o degli appositi dungeon genera i combattimenti random con i gruppi di nemici, diversi a seconda della zona del mondo visitato. La sua semplicità lo rende perfetto e maneggevole anche per tutti coloro che non hanno mai avuto il piacere di giocare ad un GDR.

Lo sviluppo dei personaggi, altro elemento tipico degli RPG, segue determinati percorsi già prefissati per ogni personaggio. Forza bruta, magia nera o bianca, ogni personaggio ha una propria specialità nella quale acquisisce maggiori abilità man mano che accumula esperienza nei combattimenti. Unica scelta che ci viene data è la possibilità di specializzare il nostro personaggio in cinque tipologie di armi diverse per ognuno; man mano che l’esperienza acquisita viene utilizzata per le armi, vengono sbloccati nuovi colpi e abilità man mano più potenti.

Altro elemento è la longevità del game. Cercando di completare tutti i sidequest disponibili, si superano abbondantemente le 100 ore di gioco. Oltre ai dungeon principali, necessari per il prosieguo del gioco, abbiamo la possibilità di girare in lungo e largo tutto (e dico veramente tutto) il mondo disponibile, alla ricerca di tesori, tanto più preziosi quanto più difficili da raggiungere, o tentando di battere tutti i mostri cercando di catturarli per partecipare ai favolosi tornei nell’Arena dei Mostri. Da un certo punto del gioco saranno disponibili mezzi per girare i luoghi precedentemente inaccessibili, e chiavi per aprire i luoghi precedentemente nascosti.
Da notare inoltre il pentolone alchemico: un artefatto magico che permette di creare nuovi oggetti a partire da quelli disponibili nel nostro inventario; solo in questo modo riusciremo a creare le armi più possenti del gioco.

 

Ultimo, ma non per importanza, il divertentissimo tema musicale della storia, che ci fa compagnia gradevolmente per tutto il prosieguo del gioco.

Che dire, un titolo eccellente, premiato dal pubblico e dalla critica. Un successo commerciale senza precedenti, pronto a spianare la strada ai prossimi sequel? Già si vocifera di un capitolo in solo per il giovane Yangus….staremo a vedere!!!!

La nostra valutazione

Grafica: 9
Giocabilità: 8,5
Longevità:  10
Sonoro:       8

Voto complessivo: 9

Pro: oltre 100 ore di gioco, animazione in cel shading eccezionale, gameplay semplice

Contro: trama eccessivamente sfruttata, sviluppo dei personaggi troppo condizionato

Si ringrazia Halifax per la cortese collaborazione

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